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INTERVISTA ESCLUSIVA - Cinzia Oscar: "La mia vita tra alti e bassi"
Inserito il 19 maggio 2015
INTERVISTA ESCLUSIVA - Cinzia Oscar: "La mia vita tra alti e bassi"

Cinzia prima di parlare della tua carriera, dagli esordi fino ai giorni nostri, volevamo parlare della tua partecipazione come giudice in un nuovo programma “Napoli’s got Talent”. Puoi parlarci di questa nuova avventura?

E’ la prima volta che mi cimento nel ruolo del giudice, almeno televisivamente parlando perché in passato mi è capitato di essere giurata in alcuni festival. Oggi vanno tanto di moda i talent e spesso in un programma televisivo il ruolo del giudice è anche più prestigioso del presentatore stesso. Credo che a qualsiasi età, a qualsiasi punto di una carriera ci sia sempre qualcosa da imparare quindi affronterò questo ruolo da spettatrice, una spettatrice che ha l’opportunità di dire la sua. Credo mi divertirò molto anche perché vogliamo costruire un programma leggere, un programma adatto all’estate ma ovviamente con la voglia di scoprire dei veri talenti e a Napoli ne siamo veramente pieni. Ci sono talenti veri e talenti che credono di esserlo, cercheremo di trovare un giusto equilibrio. Al mio fianco avrò dei compagni eccezionali, come Ciro Sannino con cui ho condiviso una straordinaria esperienza teatrale in “Filumena Marturano”, lui è un giovane attore, regista e produttore. Con noi, poi avremo personaggi che non posso ancora svelare ma vi stupirò, così come la rete che ospiterà lo show. E’ tutto in fase embrionale ma posso dire che massimo per l’inizio di giugno saremo in onda. Seguiteci perché ne vedrete e ne vedremo delle belle!

 

Con la speranza di poter darti del tu, ti chiediamo. Il tuo cammino è stato ed è così lungo e prodigo di continue avventure nel mondo della musica. Qual è il segreto per non fermarsi mai?

Dobbiamo darci del tu, ovviamente. Guarda non credo ci sia un segreto per non fermarsi mai, c’è forse un segreto per superare quei momenti in una carriera dove devi fermarti anche quando non vorresti. Ogni carriera è fatta di alti e di bassi, soprattutto quella di un’artista. Inevitabilmente ci sono momenti in cui il telefono non squilla più perché magari c’è chi in quel determinato momento sta attirando su di se tutta la sua attenzione. Oppure semplicemente succede che per un motivo o per un altro chi conta nel nostro lavoro, mette una sorta di veto su di te e allora li c’è da ricominciare da capo, c’è da reinventarsi e ricostruirsi e aspetti nuovamente il momento giusto. Il segreto, quindi, sta proprio nel reinventarsi e non sentirsi mai arrivati, essere consapevoli che oggi sei alle stelle e domani di nuovo a terra. Poi ci sono momenti in cui ti fermi perché la vita ti mette di fronte ad eventi imprevedibili.  A me è successo con la salute. Proprio nel momento in cui ero ritornata ad avvicinarmi al Teatro, mia grande passione, i miei problemi di salute mi hanno quasi portata nell’aldilà ma con l’aiuto di Dio e della mia immensa fede, sono nuovamente ritornata e in quel caso mi ha fatto molto piacere sentire il calore della gente che attraverso messaggi, fiori in ospedale, visite vere e proprie in ospedale mi ha fatto capire che forse qualcosa di buono avevo costruito. Il mio lavoro, i miei fan, mio figlio mi hanno dato la voglia di ritornare, di lottare e non lasciarmi morire.

 

Rispetto ai tempi in cui hai cominciato, come pensi si sia evoluta la figura di cantante? Oggi è più facile affermarsi nel mondo della musica?

Forse non si è evoluta la figura del cantante ma si è evoluta la figura di chi sta dietro al cantante. Oggi, parlando sempre del nostro contesto, non c’è più il produttore. Oggi ci si auto produce. Quindi chi ha i soldi fa il disco e sta in Tv e allora si rischia di vederne di tutti i colori. Bisognerebbe rimettere su tutta un’organizzazione che rilanci il mondo della nostra musica. Per fortuna, però, ci sono quei talenti che vengono fuori perché poi alla fine il talento vince e mi viene in mente Emiliana Cantone che ha delle doti straordinarie, mi viene  in mente Nancy che ha riempito un Palapartenope mettendoci la faccia e vincendo. Oggi è vero che ci si sveglia la mattina e dice “Vogl fa o’ cantante” se è bravo resta, se no diventa solo un fenomeno spesso da baraccone, se invece c’è il talento allora quello, seppur fa più fatica, prima o poi viene fuori. Questo a Napoli ma ovunque. Se pensiamo anche a ciò che accade alla musica nazionale, ci sono i talent che sfornano tanti cantanti perché sono diventati una sorta di porta d’ingresso e ne sono usciti tanti ma alla fine resta chi il cantante lo sa fare veramente, Emma, Alessandra Amoroso, Mengoni, Annalisa, Noemi, forse sono gli unici nomi di chi veramente ce l’ha  fatta in 14/15 anni di talent show. Il talento, l’essere artisti è l’unica arma vincente insieme a quel pizzico di fortuna che ti fa incontrare la persona giusta e ti fa essere nel posto giusto, nel momento giusto.

 

Parlando della tua infanzia. Che ricordo hai del tuo debutto al pubblico? Quanti anni avevi?

Ero piccolissima, avevo 8 anni e ho iniziato proprio a teatro, grazie al mio papà componente del Trio Oscar. Tra l’altro accadde per caso, perché dovetti sostituire mio fratello che si ammalò e non poteva andare in scena.  Mio padre, a dir il vero, non ci credeva tanto però andò bene  e ricordo l’emozione insieme all’inconsapevolezza di una bambina. Da li ci ho preso gusto e ho fatto tanto teatro, lavorando sin da piccola con i più grandi Pino Mauro, per esempio. Poi arrivò il periodo delle imitazioni perché mi è sempre piaciuto trasformarmi e divenni una sorta di bimba prodigio che si esibiva ovunque. In piazza, durante i matrimoni, feste private come imitatrice. Poi arrivò l’occasione del Festival di Napoli che vinsi nel 1978 e presentava, pensa, Barbara d’Urso e Carlo Giuffrè. Ma ancora oggi, l’emozione è sempre come quella della prima volta.

 

Qual è la donna, anche del passato, che consideri un esempio?

Più di una donna è stata per me un esempio. Rosalia Maggio, per esempio, l’ho sempre trovata straordinaria così come Pupella. Come non ricordare la straordinaria e immensa Luisa Conte. Donne uniche, artiste che hanno solamente cercato invano di emulare.  Ma ultimamente, proprio nella lavorazione di Fiulumena Marturano con Ciro Sannino che non smetterò mai di ringraziare per avermi dato questa gioia di interpretare un personaggio del genere, un personaggio che ho amato e amo alla follia ho avuto modo, proprio nel studiare il personaggio, di vedere sotto un’altra luce Titina De Filippo, un’altra donna che mi ha lasciato veramente tanto. Fantastica attrice ma anche fantastica umanamente, perché in Filumena secondo me si mette a nudo anche come donna, come persona. Altra attrice fantastica è Regina Bianchi. Poi probabilmente ce ne sono tante altre, perché magari durante tutta una carriera ci sono momenti in cui hai modo di sentirti legata ad un personaggio che per te è irraggiungibile.

 

Cantante e anche attrice teatrale. Quando è nata la passione per la recitazione? Che emozioni ti regala il mondo della recitazione?

La recitazione, ancor prima del canto, è nata con me. Ho iniziato la mia carriera recitando poi ho scoperto anche il canto che poi è stata la mia fortuna perché mi ha permesso di arrivare alla gente, sai il teatro è sempre un po’ più di nicchia, per pochi anche se il mio pubblico mi ha sempre dato molta soddisfazione seguendomi anche in teatro. La passione mi è stata trasmessa da mio padre, provengo da una famiglia di artisti e recitare mi affascina perché nella vita di tutti i giorni non ti capita di essere una persona diversa da ciò che sei e il palcoscenico ti regala proprio questo. Essere tremila persone con quelle determinate sofferenze, determinate gioie e determinati stati d’animo. E’ una ricchezza, se ci pensi, enorme perché ti arricchisce l’anima e nella vita di tutti i giorni ti permette anche di comprendere le persone, sviluppando una sensibilità che non è da tutti…e questo, a volte, non è sempre un bene.

 

Oltre alla carriera musicale, sappiamo che sei laureata in giurisprudenza. Hai mai praticato questo lavoro e non hai mai pensato di tirar fuori la laurea in questi ultimi anni?

La Laurea… In realtà una volta dissi in un’intervista che avrei voluto tanto prendere la laurea in giurisprudenza e da li, invece, si è sparsa la voce che fossi laureata. La verità sta nel mezzo. Avevo intrapreso gli studi universitari ma con l’incalzare della mia carriera poi l’arrivo di Marco, ho dovuto fermarmi. E’ uno dei pochissimi rimpianti che ho.

 

Leopoldo Mastelloni ha presentato il tuo video “A mme che me ne 'mporta a mme che me ne fotte”. Che rapporto è presente con Leopoldo?

Leopoldo è stata una sorpresa. Andai a vederlo al Sannazaro quest’inverno e volli salutarlo, salendo in camerino. Volevo riempirlo di complimenti perché è un’artista che ho sempre stimato ma ad un certo punto è successo il contrario. Mi riconobbe, mi disse che mi seguiva spesso, conosceva le mie canzoni e si augurava di far qualcosa insieme. Qualche sera dopo anche con il maestro Alberto Costa, siamo stati a cena con lui e uscì fuori che stavo preparando questa canzone, “A me che me ne m’porta, a me che me ne fotte” che riprendeva un suo vecchio motto e volle regalarmi il suo intervento nel video. Abbiamo un rapporto amichevole, ci sentiamo e quando è a Napoli ci vediamo e spero veramente che presto abbia il piacere e l’onore di condividere il palcoscenico con lui.

 

Cinzia ultima domanda. Un bilancio della tua carriera. Ti sente fortunata?

I bilanci si fanno alla fine e io sto appena all’inizio, sto alle prime armi, calcolando tutto ciò che voglio realizzare. Se sono fortunata? Si, sicuramente anche grazie a quegli imprevisti che la vita mi ha regalato, è soprattutto da quelle cose spiacevoli che si impara di più. Quindi si, sono fortunatissima e Marco, mio figlio è una prova di quanto la vita sia stata generosa con me.

 

La Redazione - Piazzetta Napoli

 

 

 

 

 

 

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